Alessandra Rocca Sommelier, illustra per Lake Como Star le bellezze e i sapori della Valtellina.
Alessandra, profumi e sapori della Valtellina, cosa proponi per il mese di settembre?
La vite è al massimo della sua potenza ci si prepara per la vendemmia, i colori della natura cambiano diventano caldi, siamo nel periodo delle camminate per andare in cerca di funghi. In tavola e nei calici con il lento cambiare delle temperature che diventano decisamente più fresche, ci tuffiamo nei più tradizionali piatti di montagna.
Sciatt, polenta uncia, slinzeghe, pizzoccheri. Gustose e rinomate il miele e marmellate per un tocco di dolcezza.
I piatti di questa zona sono saporiti e molto sostanziosi ricchi di burro e formaggi locali.
Il più importante sicuramente il famoso Bitto usato anche nei pizzoccheri insieme alla Casera e la Pizzoccheraia.
Proprio riguardo al Bitto c’è una nota curiosa. L’ipotesi delle sue origini antichissime, risalgono addirittura ai Celti proprio per il fatto che Bitu in Celto significa perenne e questo magnifico formaggio può stagionare fino dieci anni. Squisito, prodotto da latte bovino con l’aggiunta di latte caprino per valorizzarne l’aromaticità.
Per quanto riguarda i vini, per una cucina così saporita cosa proponi?
La Valtellina è regno di uno dei vitigni più vibranti che ci siano: il Nebbiolo, un vitigno a bacca nera pregiato e molto esigente che trova il suo habitat ideale qui e ovviamente in Piemonte, fuori da queste zone non riesce a esprimere a pieno la sua potenza.
In questa zona viene chiamato “chiavennasca”, con le sue sottozone Maroggia, Sassella, Inferno, Grumello e Valgella con caratteri differenti in base al terreno, alle condizioni microclimatiche, e di escursione termica.
Spettacolari sono i terrazzamenti vitati della Valtellina. Da queste vigne coltivate in maniera decisamente impegnativa nasce uno tra i vini più apprezzati della Lombardia se non d’Italia: il Valtellina Superiore DOCG con le sue diverse sottozone prima elencate.
E con le uve poste in appassimento su graticci per almeno 3 mesi in modo che gli acini si svuotano, concentrando così i succhi, facendo aumentare la parte zuccherina, dopo averle pigiate, fatte macerare sulle bucce e invecchiare per non meno di 20 mesi in botti di rovere e seguente affinamento in bottiglia nasce lo Sforzato con tutta l’esplosione di sentori che offre.
Questo così elegantemente potente e strutturato è ideale con brasati, arrosti, carni speziate e anche formaggi stagionati.